sabato 21 novembre 2009

Voli di novembre

È mattina, quasi ancora non iniziata, di un giorno di metà novembre. Sono sulle ali di un marchingegno infernale, che ogni tanto ondeggia e che mi porta al di là di questa terra…
Volo su un oceano di cotone, che si stende fino ad un’arancia già spremuta con una goccia di limone, e forma una macchia sempre più chiara, più liquida, orizzontale. E sopra…mmmh, una gigantesca fetta di salmone nordico affumicato, che si spande, si spande, sempre più su, fino ad assumere sfumature azzurro-violetto.
L’arancia ha fatto capolino! Il colore è quasi accecante, meglio fissare lo sguardo sul mare di cotone, immenso, soffice, accogliente, ed io qui, sopra di lui. Schiaccio il nasino contro il cristallo e osservo giù. Se mi tuffassi atterrerei morbidamente, strizzando gli occhi e sorridendo, su questo mega cuscino che non farebbe altro che coccolarmi…finalmente.
Ecco che appare l’arancia in tutto il suo bagliore, quasi sembra un gigantesco uovo luminoso.
Il salmone ora mostra la sua parte posteriore, la pelle azzurrognola, lucida, argentea, quasi biancastra, è ancora crudo, prende il sopravvento. Ma io lo preferisco così, crudo e affumicato al punto giusto. L’arancia è ormai alta, il suo colore forte svanisce pian piano, il suo oro rosso lascia il posto al salmone, alla luce, all’argento. Al giorno.
Il marchingegno infernale mi lascia solo intravedere l’argento, e sotto, le distese di spinaci, di frumento, di foglie, il cemento.
Sono arrivata. Mi attende un lungo, argenteo giorno, e poi la sera, emozionante sera, preceduta da un nuovo tuffarsi dell’arancia, e mi lascerà ad attendere, senza fiato, mi lascerà vivere.

domenica 22 febbraio 2009

Bag Ladies

Grandi, piccole e medie.
Con chiusura ad occhiello (girevole e non), a zip, di tela, in pelle martellata, pelle stampata, laminata, chiusura a scatto, tracolla, tasca esterna, applicazioni a contrasto, doppio manico, a spalla, paillettes, in canvas, tasca interna, fodere interne, tutto interno, in vernice, trapuntata, coccodrillo (…), con piedini, e, volendo, anche manine.

E se alla borsa, senza cui quasi nessuna donna uscirebbe di casa, crescessero davvero le manine? Dio mio, le mancherebbe solo il dono della parola.
Che faremmo senza di loro? Saremmo perse, nel panico, annullate, annichilite, senza sapere da che parte rifarsi per organizzare la propria vita. E dove metteremmo tutti gli indirizzi e appunteremmo i nostri impegni se non nella fedele agendina tutta stropicciata che portiamo sempre con noi? Come faremmo con le tasche delle varie giacche e jeans piene di fazzoletti usati e non…? E il fratello minore dell’ombrello (che se lo compriamo tipo quelli da spiaggia poi non entra più in borsa)?
E il libro da leggere anche in piedi in metropolitana?
E lo specchietto retrovisore…?
Mh.
No, quello è un altro.
Dicevo: Lo specchietto, che se vi soffiate il naso (coi fazzoletti di prima) e sentite un corpo estraneo rantolare tra dentro e fuori (e, vi assicuro, soprattutto se avete il piercing al naso - e qui cito un’esperienza raccontata e vissuta da vicino - non è un plaisir)?
Ah, e le pasticchine di menta (che non si sa mai…) se no dove le metto? In una taschina sporca o tutte in bocca per vedere se mi viene una diarrea monumentale?
E le altre pasticche per il mal di testa? Scusate eh, e se mi venisse una nevralgia fulminante fra un mese quando avrò il ciclo mestruale? E poi i fedeli ass… va bene non li nomino, altrimenti i signori uomini potrebbero esordire con un “ih, che schifo!”. E i cerottini, che d’estate io ne consumo a slavine per le vescichette ai piedi (’ste diavolo di infradito)?
E i flyers che ti propinano per strada del PizzaFriend, PizzaFast, PizzaBoy, e quelli super cool dei clubs?
Il burro cacao?
Non lo usateee???!!! Donne di poca fede.
Le 1000 e una chiave, che se no la cassetta delle lettere della casa di tua zia che vive nell’Ontario chi la controlla?
Se poi abbiamo pure la busta della spesa, addio…è la fine.
Voglio Mary Poppins!!!

In inglese il termine "bag lady" indica generalmente una donna senza tetto che trascina con sé un numero rilevante di borse e buste.
Che c’entra? Erykah Badu ha usato questa espressione in un suo pezzo plurinominato ai Grammy Awards: una donna che continua a portare con sé troppi bagagli emotivi derivanti dalle precedenti relazioni, e che quindi è incapace di conoscere a fondo nuove persone e che queste conoscano lei. La cantante ironizza sul fatto che la donna si spezzerà la schiena o perderà l'autobus a causa di tutte le borse che sta portando, e le suggerisce che tutto quello che deve sostenere è solo se stessa.
Quando non si riesce a disfarsi di tutto ciò che ci sta dietro le spalle, di tutto ciò che raccogliamo in giro, che ci rimane attaccato tipo mastice, perché non possiamo essere coscienti in quel momento, stare all’erta? Non si può abbassare la guardia così. La borsa si fa sempre più pesante, alla fine non riusciremo a portarla. Ci spezza la schiena.
Fottuti momenti.
Sì, sì, scherziamo scherziamo. Il dolore che penetra dentro fino al midollo più profondo e inanalizzabile è acido come un pompelmo ancora biancastro. Si potrebbe afferrare il pc a piene mani e scaraventarlo facendolo volare all’altro alto della stanza.
Il testo dice “pack light…”, fatti una borsa leggera, liberati del passato e di ciò che ti porti dietro ansimando, per iniziare un altro capitolo.

Bah, che ne penso?
Eppure in un certo senso riflette davvero la mia borsa.
E la tua?