martedì 16 dicembre 2008

Il Freddo e la Bestia dentro

Ghiaccio.
Ghiaccio.
Ghiaccio.
Una coltre.
La sensazione: assenza di calore.
E la luce? Ci sono entrambi, lo sento, ci sono.
Secondo le leggi della fisica, ciò che noi consideriamo freddo, nella realtà è assenza di calore. Ogni cosa può trasmettere energia solo se emana calore… In un corpo c’è assenza di calore quando la sua temperatura raggiunge lo zero assoluto. E quando manca la luce, l’oscurità prende il suo posto.
Energia negativa, assenza di calore, di luce. Sinonimi di una stessa condizione. Dentro.

Quando ti senti indifesa, pensi a ciò che finora hai creato da sola, la Tua Stanza, proprio quella di cui parlava Virginia [1], riesci a muoverti in essa, è il tuo habitat.
Ma c’è una piccola uscita in un angolo, una finestra rimasta aperta, avverti un filo d’aria che entra, ti infastidisce, e tu vuoi poter dormire, sognare, muoverti, respirare, toccare. La tua stanza ti protegge. Ma quell’aria che passa, non sai se lasciarla entrare o chiudere la fessura. Poi questa si apre, mentre lentamente ti lasci assorbire, penetrare, avvolgere, quasi plasmare. È un vortice leggero che ti prende e non ti lascia finché non ti ha stancato…ti dà decine di giri, centinaia, delicatamente ti alza e ti ristende a terra. Ma non intende esaurire le tue forze, alla fine tu hai voluto lasciarlo entrare e fondersi con te, in te. E continua a prenderti finché non te ne senti parte, le tue membra sono le sue, le sensazioni, le sue, il calore. Una luce che vedi avvicinarsi, sempre più nitida, più chiara, si unisce al calore, al vortice d’aria così intenso. Non sai se buttarti. Perché esitare…? Pensa.

Per questo viaggio ci vuole coraggio
per questo amore pieghiamo il destino

Senti l’energia che ti trasmette, è totale, ti giunge da ogni lato, ti infiamma la pelle, le mani, ogni estremità, lambisce ogni parte dentro di te…forse ti brucerai…è come un miraggio.
Il deserto.
Non ti puoi perdere, sei nella Tua Stanza, protetta, è un miraggio vicino, palpabile. Nel calore, il vento bollente, non sei più stordita, la consapevolezza è più presente di te…
Riesci ad allungare la mano…

Sbatti le ciglia. Il freddo. Sei ancora qui.
I ricordi. Il freddo, ancora.
“Quando il ghiaccio fonde, assorbe una quantità di energia (il calore di fusione) pari a quella necessaria ad innalzare la temperatura di una massa equivalente d'acqua di 80°C, mentre la sua temperatura rimane costante a 0°C. Per questo il ghiaccio è stato per lungo tempo usato come efficace mezzo di raffreddamento. Fino a tempi recenti, l'edificio del parlamento ungherese usava ghiaccio raccolto in inverno dal Lago Balaton come fonte principale di energia per il condizionamento dell'aria. Si usavano le ghiacciaie per immagazzinare ghiaccio durante l'inverno in modo da preservare i generi deperibili durante l'estate, e i primi frigoriferi funzionavano con un blocco di ghiaccio conservato al loro interno.” [2]
Accenni di ricordi.
Già. Proprio lì dovevi sentirlo.
Hai lasciato entrare quel vento. Il vento caldo era dentro di te, ma non intorno a te, sbatteva i tuoi globuli, entrava negli alveoli, sempre più su, nella gola, nelle narici, pulsavano le vene, sempre più su. E poi ovunque. Ma non fuori da te, intorno, eri sola tu con il vento.
La testa al muro e i denti serrati, come in attesa di erompere, pronta nella tua armatura di diamante, non si scalfirà di un millimetro, ti proteggerà dall’implosione di te stessa. Devi uscire da dentro. Chi sei…? Senza risposta. Una furia cieca. Perché? Questa sono io, ora. Ma puoi vedere, e sentire. No, non voglio vedere né sentire, solo uscire, fatemi uscire, devo lottare contro di me.
Impossibile gridare, devi far sentire il tuo urlo di guerra o potresti impazzire. Persone ovunque, non si fermano un istante, sono in ogni angolo, soffocanti, non puoi gridare neanche qui. Uno spazio aperto è introvabile. La Bestia deve uscire, non si trattiene più, ti scalpita dentro, infuriata, senti mille energie, almeno le senti, il freddo non può abitare qui, non ora. Le urla dentro, assordanti.
La bestia deve liberarsi, gridare appena arriva, tutti la dovranno sentire e guardare, solo così potrà. Eccola, è il momento. L’armatura di diamante è pronta, appena forgiata, e ti proteggerà da lei. Ma non averne paura, quella sei tu. Un altra tu.
Poi il freddo. Dentro. Di nuovo. Ora senti che non è attorno, finalmente lo avverti e va e viene, a istanti, ma tarderà a lasciarti. Gradualmente sai che non sarà così sempre, vuoi vedere di nuovo quella luce, non importa se sarà un miraggio, saprai cosa fare.
Vuoi sentire se c’è ancora quella fessura aperta, che vuole aprirsi sempre di più, e l’aria che tenta di entrare…il vento caldo, le dita bollenti, la testa che a volte scoppia, le labbra in fiamme, le lacrime di gioia.
Tea

[1] Virginia Woolf, A Room of One’s Own
[2] Fonte Wikipedia (“ghiaccio”).

mercoledì 10 dicembre 2008

Blind dates

Carissimi singles,
Quante volte vi sarà capitato di finire nella trappola degli appuntamenti organizzati dai vostri amici? Quegli appuntamenti che voi non desiderate, che preferireste sedervi in cima ad un ghiacciaio tibetano (scusate la citazione) in bikini, piuttosto che finire davanti ad una pizza con un perfetto imbecille.
La cosa che più mi fa frullare i brownies è lo SGUARDO degli amici Incatenati (ossia fidanzati-sposati-con prole) nei confronti dei loro poveri amici single. Non so come descriverlo. È un misto di pietà e un sentimento del genere “Però certo che anche tu…”, come se fosse una colpa, una scelta di espiazione e di autoflagello con tanto di cilicio.
Tutto parte da quello sguardo. Perché se ci pensate bene, a volte, sono proprio gli amici Incatenati (o Fintanzati [1]) che soffrono per i singles. Sembra che non stiano nella pelle, che vi debbano sistemare a tutti i costi, altrimenti neanche loro possono essere completamente felici.
Con Tea ci sbuzzavamo dal ridere all’idea della fantastica cena della povera Bridget Jones, a capo tavola, circondata da coppie simil-felici che la scrutano, come nel peggiore dei processi dell’Inquisizione spagnola, per capire cosa c’è che non va in lei. Beh, un problema lo dovete avere per forza se a 30 anni siete single.
Ma è vero? Per essere felici bisogna per forza stare con qualcuno? E quel famoso detto “Meglio soli che male accompagnati”? Guai! Non funziona! Se non fate coppia ci sono due soli motivi:
1. state aspettando l’Uomo Perfetto e, come si dice nel mio paese, “scarta, continua a scartare e verrai scartata”, che non è altro che la litania a cui sono condannate le trentenni libere come l’aria
2. credete di essere una donna forte e moderna che può anche vivere senza un uomo al suo fianco.
Qualunque sia il motivo per cui siete single, uomini o donne che siate, date fastidio, e per fare in modo che i vostri amici Incatenati siano completamente felici, voi dovete per forza fare coppia alle loro cene. E allora, TAC! Scatta l’Appuntamento al Buio! Appuntamento con uno che voi avete visto una mezza volta, che non vi è piaciuto, ma che non riuscite a sganciare per rispetto dei vostri CARI amici Incatenati.
E quindi si finisce davanti a quella famigerata pizza che, puntualmente, vi si pianta nello stomaco. Dall’altra parte del tavolo, Lui, il Piombo dei Piombi.
L’argomento più interessante che il Piombo dei Piombi sfoggia durante l’estenuante serata è la disposizione delle stanze a casa dei suoi. Io sbadiglio come una foca. Fino alle lacrime.
Non so che fare. Mi sento soffocare. Di solito al primo appuntamento uno cerca di vendersi bene, di risultare brillante, interessante, sexy, er mejo, insomma. Con il Piombo no, diventi Piombo anche tu, ti mimetizzi con la tovaglia e vai alla toilette ogni dieci minuti.
Morale della favola: invento mille scuse e mi dileguo appena ingurgitata la pizza.
E il Piombo che fa? Ti manda un SMS della serie: “Mi sono divertito un sacco. Spero di rivederti presto.”
Coooosa? Ma se avevo la spigliatezza e la brillantezza di uno scaldabagno!!! Booh!
Amici e amiche, non sono nessuno per dare consigli. Però, se andate ad un Appuntamento al Buio e ci tenete a non essere bollato come Piombo dei Piombi, preparatevi. Non c’è nulla di male. Voglio dire, non dobbiamo certo essere degli oratori nati, né tantomeno dei cabarettisti di Zelig. Basta pensarci al pomeriggio, prima del fatidico appuntamento. Prendete appunti, se serve.
Pensate agli argomenti che mediamente potrebbero essere interessanti o che accomunano più persone, che so io, viaggi, musica, cinema, cibo, largo alla fantasia, ma appena vi accorgete che il partner frequenta troppo spesso la toilette e non sta bevendo una tisana al finocchio, state certi che c’è un problema.
Consiglio extra per le Donne: evitate di parlare di Shopping, Diamanti e Bambini. Non vi spiego il perché, siete troppo intelligenti.
Consiglio extra per gli Uomini: al limite va bene anche lo Sport, ma non eccedete col Calcio, a meno che lei non abbia i polpacci di Del Piero…
Chia

[1] Definizione di Tea (ndr).