martedì 15 gennaio 2008

Caro pubblico...

Cari amici vicini e lontani...anzi no.
Ricominciamo da capo.
Care amiche vicine e lontane,
mi sembra giusto e opportuno introdurre chiunque legga al titolo del presente blog, che non svelerò finchè qualche impavida/o non si accinga in una interpretazione di esso che possa essere:
1. plausibile
2. legata ad una qualche esperienza passata o presente, condivisa oppure no, della sottoscritta
3. che non mi faccia perder tempo nel leggerla visto che la spiegazione non sa né di me né di te (in questo caso si va col pluralia maiestatis, quindi, che non sa né di noi né di voi), perciò è inutile tentare.
E, di conseguenza, mi sembra giusto e opportuno introdurre anche la foto in bianco e nero, che ritrae un personaggio ai migliori moooolto noto e che porta con sé riferimenti a fatti e persone NON puramente casuali.
Per darvi un aiutino, vi suggerirò che il titolo è in parte legato alla foto di cui sopra, che, a sua volta rimanda a profumi speziati, a mani unte bisunte e a insalatine che fuoriescono terribilmente.
No, no mi sono scolata quattro RedBull puzzolenti di Big Bubble alla fragola, né bevuta un vodka Martini liscio - drink preferito da James Bond (che se glielo facevano shakerato addio al suo à plomb...) - né mangiata cinque pacchi di arachidi avariate con tanto di vermi sguazzanti, che poi nello stomaco ti fanno effetto Malpensa.
Semplicemente l'intenzione è quella di coinvolgere il mio 'pubblico' - che, detto dall'alto di una scalinata con indosso un boa di piume e diamonds ai polsi renderebbe bene l'idea - e di far sì che interagisca 'postando' (e qui cito una compagna di merende, che ha così sputato il verbo ma non ancora messo in pratica) con i propri commenti, siano essi graffianti o mielosi da carie.
Vi aspetto numerose/i!!
Tea

sabato 12 gennaio 2008

Inizio

Bonjour à tout le monde!!!
Iniziamo così questa esperienza che vede la sua nascita ufficiale (dopo lunghe e a volte improvvise riflessioni, pervenute negli ultimi mesi alla mente della sottoscritta) finalmente in un pomeriggio di gennaio (per fortuna non troppo freddo), di fronte ad un computer che, gentile come pochi, mi ha offerto la sua disponibilità. Ed oggi, dal Mac della mia compañera di appartamento, finalmente le Muse mi hanno aiutato, qui nel soleggiato e ultra-ventoso capoluogo catalano, Barcelona, dove risiedo da alcuni mesi e dove risiederò chissà fino a quando, tendendo comunque le braccia alle opportunità che suoneranno alla porta.
A meno che il campanello non funzioni, e il portalettere, o chi di dovere, lasci un messaggio all'entrata, ma il vento porterà via la busta e la signora del piano di sotto si guarderà bene dal raccoglierla, lasciandola in balia del gabbiano di turno che passerà in quell'istante, trovando il messaggio e scegliendolo come giochino della giornata, volando poi verso il mare, dove, ovviamente, gli scivolerà giù cadendo in acqua dopo esser rimasto a bocca, anzi a becco aperto alla vista di una gabbianella.
Bene, questa era l'altra versione de La Gabbianella e il Gatto.
Noooo! Ma dove mi fate andare con la fantasia, uffa. Torniamo a noi.
Durante questa esperienza di immersione totale fra arte, Master e periodo pratico di lavoro, in questa città dove si respira aria piena di iodio, modernismo, architettura, lavoro e rilassamento allo stesso tempo, diventa concreta l'idea di tentare la via dell'espressione scritta, modo in cui da tempo rimuginavo di partorire idee, angosce, lampi di isteria e di allegria, che assalgono, nei momenti meno opportuni, le cosiddette creature femminili. Che, detto così, ha un che di onirico, un po' direi come stare in un Odilon Redon. Appunto. Un po'.
Ma no, noi siamo anche così, uterino-isteriche (argomento che avremo modo di toccare), piagnone, sorridenti da Durban's anche se tutto va storto, "dolcemente complicate" come diceva la Mannoia, e "nelle sere tempestose portaci delle rose".
Che però non accade mai.
Già. È qui che casca l'asino!!
L'homme, l'altra parte di noi - come spesso sento dire - la metà della mela, ma che palle, Adamo, Eva e la costola. E poi il serpente, di cui non si è mai saputo di quale razza fosse: un cobra, un crotalo, un'anguilla (no quelle sono acquatiche) o più probabilmente un mega-pitone che poi Eva usò per farsi confezionare la borsa Fendi, che le regalò Adamo sborsando un botto (ovviamente lamentandosi poi con gli amici che la "tipa" lo spenna peggio delle russe), dopo che il Supremo (per non chiamarlo sempre Dio, visto che non si può identificare con uno solo) li fece vergognare e loro iniziarono a mettersi addosso quanta più roba possibile. E l'accessorio fu.
Dunque vi dico, scrivete quanto vi sale alla mente, al cuore, alla lingua, alle gengive, alle narici, il senso è quello che si intuisce, spero, tra le righe.
Beh, che dire...a voi i pensieri. Vado a cucinare.
Tea