lunedì 4 febbraio 2008

Ricetta: Working Girl

Ingredienti:

materia grigia (quantità a seconda del soggetto)
800 g di fortuna (se non sapete dove trovarla, voltando la testa a 180º, imitando penosamente Medusa, e guardando in basso la vostra sporgente parte posteriore, vi apparirà la quantità ad occhio)
350 g di tenacia
180 g di succo di memoria (vista l'età, direi poca)
una manciata di rischio
una spruzzata di energia positiva
un pizzico di cinismo

Predisponete gli ingredienti e, prima di iniziare a mostrare le vostre arti culinarie, procuratevi un dettaglio che non può assolutamente mancare: vhs, dvd, megaschermo, cinema 3d, o la forma tecnologica che preferite, della pellicola Una donna in carriera (Working Girl). Indi accendete la tivù.
Addentrandovi nella storia, rilassatevi sorseggiando un bicchiere di un drink forte ma gustoso. Ne avrete bisogno.
Iniziate spremendo la materia grigia di cui la vostra testa dispone, aggiungete quindi un po' di succo di memoria e, lasciando il tutto a riposo per 5 minuti, provate a ricordare la protagonista, impersonata da una Melanie Griffith super self-confident segretaria a Wall Street, maquillage kitsch e cotonatura anni '80 compresi.
Dopodiché versate il preparato in un recipiente, mescolate bene e poi mettete a cuocere a fuoco lento.
Giunte alle ultime scene del film, momento in cui lei fa letteralmente il botto - anzi, i botti, ovvero con la mega-azienda e con il belloccio Harrison Ford (...) - iniziate ad amalgamare il tutto con energia positiva, sbattendo la miscela che diventerà sempre più densa.
Aggiungendo, a piccole dosi, il rischio e in seguito tutta la fortuna - che avrete precedentemente conservato con cura - con un pizzico (che sia solo un pizzico) di cinismo, riuscirete ad ottenere un preparato più compatto del precedente.
Mettete a raffreddare in frigorifero.
Il vostro piatto dovrà attendere prima di essere consumato con piacere.
Quando finalmente sarà pronto, assaggiate il primo boccone...
Inizialmente la percezione è sottile, ma al secondo boccone già avvertite una certa sensazione di entrare in una dimensione a voi sconosciuta. Un luogo. Fisico. Un posto di lavoro. Riuscite a sentire l'aria rarefatta. L'eco. La hall è talmente grande che una così l'avete vista solo nei films. Appunto.
Provate una sensazione di allappamento totale della lingua. Figuriamoci, con la bava che avete perso varcando la porta, le ghiandole salivarie hanno dato forfait.
Iniziate così a gustare a pieno il piatto amorevolmente preparato per voi stesse, che vi trovate sole solette in casa, senza:
a. né uno straccio di compagno, amico, collega, accolito, socio, sodale, complice, consorte (dal Dizionario dei sinonimi);
b. né uno straccio di amica con cui smascellarsi dalle risate dopo quattro bottiglie di Bailey's e 3 corse in bagno, così finalmente avete scoperto che whiskey e panna fresca insieme vi fanno effetto Falqui;
c. né uno straccio di animale da compagnia per farvi, giustamente, compagnia;
d. né uno straccio (che fanno sempre comodo).
Il gusto diventa sempre più penetrante...le immagini si fanno più vive e vi sentite accomodarvi in qualcosa di legnoso. Un ufficietto piccolo piccolo ma accogliente, con altri 120 in serie l'uno accanto all'altro. Poi qualcuno vi chiama e vi rendete conto che nn è la vostra postazione.
Siete così trascinate e accolte con mille salamelecchi da una assistente che, occhialuta e servizievole, vi porta un caffè fumante (spero per voi che non abbiate intolleranze aliene), accuratamente preparato in un doppio bicchiere di carta affinché non vi provochiate un'ustione di terzo grado alle dolci manine, che se poi non potete lavorare l'azienda vi accoppa.
Capite di aver raggiunto un piccolo traguardo appena riuscite a captare le onde delle 247 parole al secondo che l'assistente vi snocciola tipo rosario per informarvi di appuntamenti, telefonate, meetings, seguendovi per il labirinto del mega edificio della sede dove voi, volpi che siete, la farete correre a mo' di imitazione de Il maratoneta, solo perché avete voglia di visitare tutti i piani dell'edificio.
E con la trance in cui siete avvolte grazie alla vostra ricetta, iniziate a comunicare con colleghi vari, ovviamente attraverso Skype - nonostante si trovino nell'ufficio accanto, separati da voi da pochi metri e tirs di anidride carbonica. Poi vi trovate in un taxi in compagnia di un laptop, parlando al Bluetooth, e siete così imbranate che all'inizio saranno solo monologhi, appuntando le note sul palmare, e capirete che...non vedete l'ora di tornare a casa e spaparanzarvi su qualcosa di soffice con una camomilla, un libro e il vostro fedele amico Bubi.
Beh, queste cose nella realtà a volte accadono. Soprattutto se ci credi. Non per forza dobbiamo trovare qualcosa del genere appena descritto, è solo un esempio tra le mille possibilità di soddisfazione personale che ognuno di noi è in grado di raggiungere, mezzi economici, fisici, sociali, culturali, sentimentali e intellettivi permettendo.
Ed è proprio quando tutto inizia così, quasi per caso, andando per tentativi, a volte un po' a tentoni, sentendoti anche tonta - e qui, sulla filastrocca, dopo Bailey's e ricette di semifreddi all'LSD, direi di berci su la citata camomilla.
È proprio quando pensi che non sai da dove iniziare, dove andare, cos fare per prendere una qualche strada, puf! accade qualcosa che dirige la rotta verso mete fauste.
O meglio, favorite da sorte e perseveranza.
Parole sante.
Tea

1 commento:

  1. Me encanta como escribes Tea, felicidades, es un blog muy femenino, muy tu, además el italiano es tan naturalmente romántico. Sigue así. Un beso.

    Ricardo M.

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